Quando sei fragile, eppure forte, quando sei stanco o stanca, ma continui a combattere, quando hai finito le speranze ma non la determinazione a riuscire, il vero eroe sei tu.
Sono la forza di volontà e la costanza a rendere uno scenario praticamente impossibile ed insperato una possibilità nelle nostre esistenze. Se non ci arrendiamo a tutto ciò che rema contro di noi, prima o dopo, realizzeremo quanto ci siamo prefissati di fare.
Possiamo farcela, non dobbiamo lasciare che le circostanze, spesso ostili, abbiano la meglio su di noi. Dobbiamo rispondere in maniera coraggiosa e determinata. Se non riusciremo la prima, la seconda, la terza, la quarta, la quinta, la milionesima volta, per la legge delle probabilità, potremo uscire vittoriosi più avanti.
“Non dire 《è impossibile》, di’ 《non l’ho ancora fatto》” (Proverbio giapponese)
Quando affermi dentro di te che qualcosa non si può fare, implicitamente stai già rinunciando. Come afferma un antico detto dei samurai, infatti, ogni volta che parli male di te stesso, il tuo guerriero interiore ascolta ed impara dalle tue parole. Perciò, è così importante mantenere e sviluppare un linguaggio interiore positivo.
Ciò che portiamo fuori, nella realtà, in fondo, le nostre azioni, le nostre parole, le nostre abitudini e comportamenti, non sono altro che un derivato del nostro dialogo interiore, dei nostri pensieri. Di fatto, noi siamo, in un certo senso, ciò che pensiamo, ciò di cui abbiamo paura, le angosce che ci portiamo dentro, così come i nostri valori, la nostra positività, le nostre credenze. Tutto si struttura e parte dalla nostra mente, tutta la nostra vita, perchè i pensieri della mente sono alla base delle nostre reazioni a ciò che ci accade.

Perciò è fondamentale, adottare un linguaggio interiore positivo, anche quando le situazioni sono disperate, soprattutto in quelle occasioni. Dopotutto, è quando i venti sembrano contrari che l’aereo comincia a volare! Non è dai nostri momenti sì che impariamo qualcosa, ma dai nostri momenti no.
Tutti noi, invero, anche se non ce ne rendiamo conto, intratteniamo una lunga relazione di dialogo con noi stessi e ci diciamo cosa possiamo fare, cosa non possiamo fare, cosa è positivo, cosa è negativo, etichettando nel dettaglio gli accadimenti di ogni ora della giornata. Qualche volta, ci scappa persino una frase ad alta voce.
Il dialogo interiore è una cosa normale, ci serve quando abbiamo bisogno di incoraggiamento e dobbiamo dirci “forza, ce la farai”, perchè intorno a noi, magari, in quel momento o in quella particolare situazione non c’è nessuno che può venirci in aiuto. Ci serve per riflettere sui problemi, per capire e conoscere ciò che avviene nella realtà che ci circonda, per filtrare rischi, pericoli, per tenere a bada le nostre emozioni, ecc.
Eppure, è facile ricadere nel “Non ce la faccio”, nel “Meglio lasciar perdere”, nel “quella persona non mi sopporta”, nell’ “Andrà tutto male”… basta una cosa che va storta, un litigio, un rimprovero a scuola o sul posto di lavoro, un’ingiustizia, ecc. Quindi, come fare a continuare ad intrattenere un dialogo interiore positivo? Bisogna adottare delle strategie.

Ad esempio, funziona circondarsi di citazioni positive, di post-it con frasi di incoraggiamento da tenere sempre sott’occhio. Va bene ascoltare della musica motivazionale, così come vedere dei video motivazionali. Aiuta trascorrere il tempo con persone solari, che cercano di consigliarci e tirarci su. Funziona fare il possibile per distrarsi, magari andare al cinema a vedere un film, oppure uscire a fare una passeggiata immersi nella natura o andare al mare. L’importante è permettere alla mente di ricaricare le proprie energie e prendersi una pausa dai sovraccarichi di negatività, che sono dati dai problemi, dalla montagna di cose da fare, da chi non ci tratta con il dovuto rispetto. Ciò che conta è fare un passo indietro, prima che lo stress ci travolga completamente e, in qualche modo, ci metta fuorigioco.

Nessuno di noi nasce programmato con un determinato carattere allegro o una determinata attitudine alla positività. Non siamo computer o sistemi operativi settati in un certo modo, per cui un sistema ha certe caratteristiche, un altro altre, almeno non per quanto riguarda positività e negatività, non sempre. È una questione di percorsi neurali e funziona un po’ come per gli algoritmi e tutto sta nel rieducare la nostra mente e cambiare i termini e i risultati di quegli algoritmi. È una cosa difficilissima, ma possibile.
Cioè, di fronte a un dato evento A, dobbiamo sforzarci di adottare un comportamento positivo, anche se questo è lontano dal nostro modo normale di comportarci, anche se solitamente tendiamo ad agire e reagire in modo negativo. Col tempo, il cervello si abituerà a pensare positivo perchè si aprirà per lui un nuovo percorso che, con un po’ di allenamento, potrebbe diventare una via preferenziale di pensiero, un percorso neurale.
“Un solo piccolo pensiero positivo al mattino può cambiare l’intera giornata.” (Dalai Lama)
In fondo, la felicità, quella vera, è frutto di allenamento, non dipende da niente fuori di noi, ma solo da dentro, perchè se cambiamo il nostro modo di pensare possiamo cambiare tutto e possiamo farlo grazie alla consapevolezza del dolore… perchè solo dopo aver sofferto tanto, si riesce a sorridere bene e sinceramente, anche per cose che agli occhi di molti altri appaiono insignificanti.

A cura di Franny.
Rispondi