Le cose belle non si ottengono con facilità nè per caso, sono una conquista, sono frutto del duro lavoro, sono al traguardo, alla fine della corsa, e le raggiungi solo dopo aver sudato tanto, dopo aver pianto fino alla fine delle lacrime, dopo aver provato un indescrivibile senso di frustrazione e di fatica, dopo essere caduto ed esserti rialzato più e più volte.

Se non ti spezzi, se non ti perdi lungo il percorso, se non ti lasci vincere dal dubbio, se non ti fai convincere da chi ha già smesso di lottare da un pezzo e tutto vuole fuorché vedere un’altra persona realizzata e felice intorno a sè, allora puoi trionfare. È tutta una questione di scelte, che dipendono assolutamente da noi. Non è mai la situazione, l’evento drammatico, la criticità che stiamo affrontando ad avere l’ultima parola, siamo noi. Siamo noi a poter cambiare le cose, ma solo se ci teniamo veramente, solo se è la cosa che più al mondo vogliamo, quella per cui siamo pronti a fare sacrifici, rinunce, a mettere un piede dopo l’altro anche quando il sentiero non si vede e magari stiamo anche camminando nei pressi di un precipizio. Non cadrai nello strapiombo, se ti fidi del tuo cuore. Non possiamo fallire, se ascoltiamo la voce della nostra coscienza. È quella ad avere ragione, a darci il consiglio giusto. Non chi ci ha consigliato di non provare più speranza, chi ci ha detto di arrenderci, di accettare l’universo come un luogo brutto, freddo e infelice. È più comodo fuggire, ascoltare quelle voci che ti fanno affondare, che soffocano ogni pensiero positivo, ogni scenario dove ipoteticamente ce la faresti.

Siamo guerrieri, pieni di cicatrici e di ferite, tutti noi. In mezzo alla folla, c’è chi ha sofferto di più e chi meno, chi ha imparato a reagire e chi, invece, di fronte agli insulti ingiustificati e agli sputi, prova a rispondere senza successo, come chi si arrampica a mani nude senza protezioni su una parete di montagna e rischia in ogni istante di precipitare nel vuoto.

La vita è una partita e, a ogni tempo, puoi perdere. Ciò che conta è non rimanere in panchina o non lasciare il gioco quando si fa duro. Bisogna continuare a correre dietro a quel pallone, anche quando gli avversari ti gettano brutalmente nel fango come fossi in un’arena di gladiatori. Bisogna rialzarsi, recuperare le energie, evitare i colpi.
“I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli.” (Diego Armando Maradona)

Non c’è un’autostrada liscia, senza ostacoli, da percorrere, per non provare dolore. Chi crede di poter vivere in una condizione di atarassia perenne, ossia di assenza di dolore, altro non fa che ingannare se stesso. Tra tutte le variabili esistenti, il dolore è una delle poche cose ad essere costanti, tanto che alcuni filosofi e poeti hanno detto che proprio questo a farci sentire vivi. Se soffri, se ti agiti, se stai affrontando un problema, vuol dire che ti sei messo/a in discussione, che ti sei buttato, che ci hai provato. Non importa come va alla fine, ma non dobbiamo perdere la tenacia, la voglia di tentare, di lottare ancora e ancora.

I disillusi vi rideranno in faccia, vi prenderanno in giro, perché invidiosi del vostro fegato e del vostro coraggio. Cercheranno di trascinarvi nel loro abisso di infelicità, dove tutto è fermo e non cambia, se non per effetto di agenti e fattori esterni. Ma, sfidare se stessi, andare oltre i propri limiti, è la sola cosa che può permetterci di raggiungere qualcosa di buono. Niente è facile, così come niente è impossibile. C’è una felicità nascosta in ogni raggio di sole, in ogni spiraglio, che fa capolino fra le nubi nere della tempesta che troppo spesso oscurano le esistenze delle persone.
Gli ostacoli fanno parte del nostro percorso di crescita, sono lì per renderci migliori. Solo che non tutti cogliamo le crisi come opportunità. Così, ci perdiamo il meglio, solo perché il ricordo del fallimento e la paura del dolore sono così imperativi da mettere in standby ogni possibile evoluzione.

Siamo umani, non possiamo controllare gli eventi che si verificano e si verificheranno intorno a noi. Possiamo e potremo solo decidere come rispondere a tali situazioni, se in modo passivo o in modo attivo. I diamanti, le querce, le piante, le grandi opere architettoniche, i quadri, i libri, i rapporti umani… nulla si origina senza fatica. Tutto richiede sempre uno sforzo, soprattutto le cose più belle e preziose, come la serenità o il realizzarsi di una speranza e di un sogno.
A cura di Franny.
Rispondi