Ecco la seconda parte delle citazioni della sesta stagione di “Che Dio ci aiuti”. Avete già visto l’ultima puntata? Personalmente, credo sia stato proprio un finale azzeccato, che ci ha tenuto tutti fino alla fine col fiato sospeso.
“Caro angelo custode, quando ho smesso di parlare, ho smesso anche di dire le bugie. Tu le dici le bugie? Beh, se le dici, devi sapere che ti capisco… e poi ci sono bugie che non fanno male a nessuno. Anzi, certe bugie sono proprio necessarie, perchè la verità può essere molto, ma molto peggio.”
(Penny)
“Angela, non ti devi preoccupare, vedrai che andrà tutto bene. Devi soltanto dire la verità.”
(Suor Costanza)
Ginevra: “Chi è stato il primo italiano ad aprire i commerci con la Cina?”
Erasmo: “Aspetta, questa la sapevo… era quello che vendeva le magliette ai cinesi.”
Ginevra: “Le magliette?”
Erasmo: “Sì, le polo! Fabio Polo.”
Ginevra: “Erasmo, Marco Polo.”
“Senti, Ginevra, io sono cresciuto in orfanotrofio, che adesso si chiamano case famiglia ma è la stessa cosa. Mi ricordo che ogni volta che c’era un compleanno si faceva una festa e per me non c’era proprio niente da festeggiare, però non potevo non esserci e si finiva sempre a botte, regolare. Insomma, è brutto quando gli altri si aspettano che tu faccia qualcosa e tu faresti qualsiasi cosa per non farla.”
(Erasmo)
Monica: “Se mi mettono in prigione, me le porti le arance?”
Nico: “Non andrai in prigione e, se non la smetti, te le tiro, le arance.”
“Mentiamo a noi stessi e, quando i nostri sentimenti ci fanno paura, li soffochiamo. Mentiamo, perché la verità ti arriva contro come un treno in corsa, che travolge tutto quello che incontra. Mentiamo, perché, qualche volta, non abbiamo scelta. Lo so non guardarmi così, anche questa è una bugia , lo so, e c’è sempre una scelta. Quando ti hanno chiesto “Sei tu il figlio di Dio”, non è che tu ti sei girato e hai detto “No, no, sono solo uno che gli somiglia”, ti sei fatto mettere in croce.”
(Suor Angela)
Penny: “Le gite mi fanno paura e, a volte, in mezzo alla gente, mi sento sola, ma eri così contenta che non volevo ci restassi male, perché ti voglio bene.”
Azzurra: “Anch’io ti voglio bene, per questo puoi dirmi tutto.”
“Caro angelo custode, da quando non parlo più ho capito un sacco di cose… ho capito che a volte è meglio non dire niente, ho capito che le parole a volte significano altro e che si può parlare anche solo con uno sguardo, perché i nostri pensieri più profondi non hanno bisogno di parole. Ho capito anche che le persone parlano per ore senza dire niente, perché le cose più importanti sono difficili da dire.”
(Penny)
Azzurra: “Non è che non vuol dire niente a lui, perché lei si è affezionata e ha paura di perderlo? “
Suor Angela: “E tu stai parlando di me o di te? Non è che anche tu ti sei affezionata un po’ troppo a lei, lei Penny?”
Suor Angela: “Ti viene il torcicollo così.”
Nico: “Sarà per colpa sua, perché è lei che ha fatto venire qua quello. Ridono, scherzano, fanno i campeggi fanno.“
Suor Angela: “Ma scusa non avevi detto che vi eravate presi una pausa per fare un percorso?”
“Una bocciatura non sarà la fine del mondo.”
(Suor Angela)
Rosalba: “Mi ha dato 20.000 euro.”
Carolina: “E tu li hai accettati? Quei soldi non sono niente, puoi fargliela pagare davvero.”
“Vorrei ricorrere all’inseminazione artificiale, ma ho paura di non essere in grado di prendermi cura di un bambino. Sai, sono da sola”
(Monica)
Suor Angela:“Hai finito di comportarti da maschio alfa senza cervello? Tutta quelle battute su Rosalba e le donne, eh? Complimenti.”
Nico: “Vabbé, l’ha detto anche lei. Sono soltanto battute.”
Suor Angela: “Anche le battute hanno un peso, specie se di pessimo gusto.”
Monica: “E’ mio figlio facsimile. Me l’ha dato Emiliano. Si chiamano bambole viventi, gli dai da mangiare, li addormenti e li cambi.”
Azzurra: “E li uccidi.”
Monica: “E’ stato un incidente, sono inciampata su questo vaso. Ma chi l’ha messo lì?”
Nico: “Da quando sono in debito con lei?”
Suor Angela: “Da quando hai spinto Monica a fare pratica con un tamagotchi a forma di bambino orrendo.“
Ginevra: “Sei sicuro che si possa entrare?”
Erasmo: “Ah, non lo so.”
Ginevra: “Come non lo sai?”
Erasmo: “Ginevra, se fai sempre solo quello che si può fare, ti perdi il meglio.”
“Io non voglio più perdermi il meglio.”
(Ginevra)
“Niente scenate da suora matta.”
(Nico)
Nico: “Che intenzioni hai?”
Erasmo: “Io? Prendere il diploma e poi andarmene il prima possibile.”
Nico: “Allora eviterei troppe distrazioni.”
Erasmo: “Eppure, lo sai che anche qui poi non si sta così male?”
“4! Penny ha preso 4 alla verifica! Sono troppo orgogliosa di te, anch’io prendevo sempre 4! Ma che ho detto di male? Penny, aspetta!”
(Azzurra)
Suor Angela: “Ma io non ho ucciso nessuno!”
Nico: “A parte la mia carriera…”
Primo Rapetti: “Adalberto Gandolfi, l’avvocato?“
Suor Angela: “Sì, lo conosci?”
Primo Rapetti: “Sì, ci sono due tipi di avvocati: i vincenti e i giusti. Gandolfi appartiene alla prima categoria, ma sulla moralità avrei dei dubbi.”
“Carolina, se sai chi è stato, devi aiutare quella ragazza. Devi denunciare al posto suo.”
(Ginevra)
Erasmo: “Forse avrà i suoi buoni motivi.”
Ginevra: “Non ci sono mai buoni motivi per non parlare.”
Primo Rapetti: “Tu, invece, hai novità? Sei riuscita a scoprire qualcosa su quel ragazzo?”
Suor Angela: “No, ma qualsiasi cosa sia accaduta in passato, l’importante è che adesso Erasmo stia bene, non voglio turbarlo di nuovo.”
“Penny, ti ho portato latte e biscotti. Dai, vieni fuori da lì! Non ti devi vergognare! 4 non è un voto poi così brutto, anzi è proprio un bel numero. Pensa, ci sono i 4 formaggi, i 4 moschettieri, i 4 venti, i 4 nani. Dai, bevi un po’ di latte e poi guarda il lato positivo, 4 è sempre meglio di 3. E va bene la verifica di storia è andata male, però sono sicura che potrai recuperare.”
(Azzurra)
Carolina: “Non ho voglia di parlarne.”
Erasmo: “Non serve, ho già capito. Tu non vai dalla polizia perché hai una falsa identità e non vuoi essere scoperta.”
Carolina: “Eppure non è difficile farsi i fatti propri, invece qui dentro hai sempre tutti addosso e devi sempre stare a giustificarti per qualunque cosa.”
Erasmo: “Tranquilla, eh, a me non devi nessuna spiegazione.”
Carolina: “Lo so, è per questo che mi piaci.”
Erasmo: “Ginevra, mi dici che ti prende?”
Ginevra: “Tanto è solo un livido, no? Che ti importa se hanno fatto del male a quella ragazza o gliene faranno ancora?”
Erasmo: “Non ho mai detto questo.”
Ginevra:“No, ma tu non fai niente per convincere Carolina a dire quello che sa. E’ la stessa cosa.”
Suor Angela: “Ascolta, Ginevra, io lo so perché questa storia ti fa tanto male, ma Erasmo no. Lui non può neanche immaginare cosa sia successo a tua madre.”
Ginevra: “Lo sta giustificando?”
Suor Angela: “No, però se tu gli spiegassi perché sei ferita magari lui capirebbe.”
Azzurra: “In alcune particolari circostanze, copiare è ammesso, anzi è un diritto dello studente.”
Penny: “E’ un’interrogazione orale.”
Azzurra: “Oh mio Dio, io ho sempre fatto scena muta di interrogazione orale. E’ brutto fare scena muta… senza offesa.”
“La primavera di Prada, questa la so!”
(Azzurra)
Azzurra: “Che c’è?”
Monica: “C’è che sono una sterminatrice di bambini, altro che Erode.”
“Monica, essere madre non è superare una serie di prove, di test, è amare. Come fai ad amare un bambolotto?”
(Suor Angela)
“Matteo deve capire la gravità delle sue azioni, per non commetterne più, per diventare un uomo migliore. Solo pagando per i suoi errori, troverà la strada per la salvezza. Se ami tuo figlio, lo devi denunciare.”
(Suor Angela)
Ginevra: “Chi sta zitto e chi fa finta di non vedere è colpevole allo stesso modo.”
Erasmo: “E’ tua madre?”
Ginevra: “Mio padre la picchiava tutti i giorni e mia mamma mi ha protetto con le sue braccia e il suo amore, ma nessuno ha protetto lei. Aveva troppa paura per denunciarlo e io ero una bambina e non potevo dirle “Coraggio, mamma, parla, non avere paura”. Ma se qualcuno se ne fosse accorto in tempo, se qualcuno avesse parlato, mia madre sarebbe ancora viva ed è successo lo stesso a Rosalba e nessuno ha fatto niente e finché ci sarà chi farà finta di non vedere, chi non parlerà, le persone come mio padre continueranno a vincere.”
Erasmo: “Vieni qua, mi dispiace.”
“Quanto vale una parola? Lo so, certe volte io parlo così tanto che se potessi anche TU te ne andresti, però le parole sono vita e ogni singola parola ha il suo valore. Una parola detta con leggerezza può fare del male. Una parola al momento giusto può salvare una vita o distruggerla. Una parola sbagliata può essere fumo negli occhi, che ci confonde, ma, proprio quando ci sentiamo smarriti e confusi, quando perdiamo le speranze, una parola ci può mostrare la strada.Una parola ci può salvare. La Tua parola ci può salvare ed è per questo che a volte dovremmo rimanere in silenzio ad ascoltare.“
Suor Angela)
“Non riesci a dormire? Succedeva anche a me, sai? Passavo notti intere, sveglia per paura dell’interrogazione. […] Sai, però, qual era la cosa più buffa? E’ che sapevo tutto, pure le virgole, avevo solo paura, proprio come te, ma una soluzione c’è. Te la faccio vedere […] Allora, pensa a tutte le cose che possono andare storte domani, a quello che ti fa più paura, ok? Chiudi gli occhi. Ecco, le ho prese le tue paure, le sto chiudendo qua dentro, non possono più scappare […] Salta. Distruggi le tue paure, distruggi la scatola.”
(Monica)
Monica è stata bravissima con Penny, una vera mamma. Ecco un video dei fan che celebra il legame madre-figlia tra Penny e Monica:
Presto, pubblicheremo nuove citazioni da “Che Dio ci aiuti 6”. Restate sintonizzati.
A cura di Franny.