Oggi condivido con voi un racconto che ho scritto tempo fa, riflettendo sull’importanza di avere figure positive e incoraggianti durante l’infanzia. Avete mai avuto un insegnante come quella descritta nel racconto? Se sì, siete stati davvero molto fortunati!
La maestra imparziale
C’era una volta, in un paesino dell’Emilia Romagna, una maestra di nome Benedetta Rigoni. Insegnava alle elementari e aveva una classe di bambini molto numerosa. Erano tutti vivaci e simpatici, ciascuno con le proprie particolarità, il proprio carattere, i propri sogni. Benedetta, che, nel corso degli anni, aveva maturato una solida esperienza nel campo dell’insegnamento, temeva che i bambini, una volta adulti, si sarebbero persi per strada, che molti di loro avrebbero abbandonato i propri sogni, le proprie passioni e che avrebbero finito con il non essere più amici fra loro. Questo perché, a detta di Benedetta, a volte le maestre e gli adulti in generale sbagliavano: specialmente quando si trovavano a fare confronti fra bambini amici tra loro o fra compagni di classe. Il problema venne a galla in maniera particolarmente evidente un giorno a metà di aprile, mentre Benedetta era intenta a spiegare un complicato problema di matematica.
“Dunque, bambini, mamma Lorenza ha quattro figli e una sola torta… Se taglia la torta in parti uguali per la merenda, quanta torta riceverà ciascun bambino in termini frazionari?”
Finito di scrivere il testo sulla lavagna, Olivia, che era una bambina sveglia, saltò immediatamente in piedi con la mano alzata. Benedetta, preoccupata che la piccola Olivia mettesse le radici a stare in quella posizione ciondolante, decise di darle la parola.
“Ma, maestra, siamo sicuri che la mamma darà a ogni bambino una fetta uguale? Sa, a volte succede che al figlio preferito venga data una porzione più grande!”
Benedetta sorrise a quella domanda buffa, ma pienamente giustificata, che non aveva apparentemente nulla a che vedere col problema di matematica.
“E’ difficile rispondere, Olivia. Di solito le mamme cercano di essere giuste e di volere bene a tutti i propri figli nello stesso modo.”rispose, sperando di aver chiarito i dubbi che si erano formati nella testolina intelligente della bambina.
“Sì, ma mica è facile. Anche le maestre, mi sembra, hanno le preferenze. Le mamme preferiscono o i figli piccoli o quelli che sono bravi a scuola… Alle maestre e ai maestri piacciono i bambini che sono studiosi e stanno attenti in classe.”
A quelle parole, Benedetta rise.
“A volte è vero.”rispose sincera. “Chi studia e sta attento merita di essere premiato, ma la maestra vuole bene a tutti come un arbitro imparziale. Tifa per ognuno dei suoi alunni, perché la sua classe è una squadra dove tutti sono ugualmente importanti e devono vincere insieme!”sentenziò, comprendendo che l’ora sarebbe volata in fretta quella mattina.
“Sì. Ma anche lei… Anche le mamme provano affetto più per uno che per l’altro… Qui sappiamo tutti che la sua preferita è Olivia, ad esempio!”strillò con voce squillante il piccolo monello della classe Raffaele.
“Quante cose sembri sapere, Raffaele. Invece ti sbagli. O almeno non tutti i grandi fanno preferenze… O, se le fanno, non le fanno apposta sai? L’affetto è come una torta che si divide a fette. Se le tagli più o meno uguali ce n’è per tutti. Non è giusto far differenze. Così è l’amore che noi dobbiamo dare agli altri! Anch’io non ho preferiti tra voi, sapete perché? Avete qualità diverse e io credo in quello che saprete fare di questi doni da adulti. Sarete tutti bravi, onesti e riuscirete a fare grandi e piccole cose che cambieranno la vita delle altre persone.”
“Quindi non bisogna essere gelosi gli uni degli altri?”chiese Marcellino.
“Ma certo che no!”rispose Benedetta. “La gelosia è un brutto tranello che ci fa diventare infelici… E’ come se qualcuno ti legasse le stringhe delle scarpe fra di loro con l’obiettivo di farti cadere.”
“Che brutta cosa!”sussurrò Margherita. “D’ora in avanti starò attenta ai lacci delle mie scarpe e cercherò di non essere più gelosa degli altri, anche se è difficile.”
“Vedrete che sarete più felici così! Non arrivate mai a tradire i vostri amici per gelosia o invidia, uniti sarete più forti!”
Il viso di Raffaele si illuminò di gioia. “Quante cose insegna la matematica! Oggi per la prima volta è riuscita a farmi contento!”
Tutti risero insieme e, in quel momento, capirono un segreto speciale: sono le parti, nella vita, come nelle frazioni di matematica, a rendere sensazionale e completo l’intero.
A cura di Franny.
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