Disillusi, sconfitti, senza forze… a volte è così che ci si sente. Ci guardiamo allo specchio e vediamo un’altra persona, una persona che soffre e d’un tratto non ci riconosciamo in lei. Sì, perché vorremmo essere sempre forti, sempre invincibili… ma se c’è una cosa che ho imparato è che nessuno è invicibile da solo. Nessuno può affrontare tutto a testa alta senza talvolta cadere in ginocchio, senza fiato, in lacrime e stremato.
Ci sono pensieri e preoccupazioni che possono cancellarci il sorriso dal volto, che possono far sorgere in noi una rabbia terribile. Allora, quando ci riflettiamo in uno specchio non ci sentiamo più noi stessi, tanto che nei sogni ci rappresentiamo con un taglio di capelli diverso, forse più adulto, un qualcosa che ritragga la caduta delle nostre illusioni.
Aggrapparsi e continuare a lottare oppure arrendersi e cadere? Non dobbiamo cadere, dobbiamo tentare di rimanere in piedi ad ogni costo. Il potere dell’ottimismo è resilienza, è una voglia di resistere che respira in chi la sceglie. Non è un modo di vedere il mondo roseo e colorato, perché il mondo ahimè roseo e colorato proprio non è. Quando però tutto fallisce, quando crolla il senso delle cose… quando hai speso le energie che avevi per continuare a rialzarti, allora dov’è il potere dell’ottimismo? Forse è nella tua famiglia, negli amici, in quelle persone che ti vedono abbattuto e iniziano a incoraggiarti, a dirti che tutto tornerà come prima, che ce la farai. Dopo mille sconfitte, quando il tuo scudo si è frantumato, diventano gli altri la tua resilienza, la tua capacità di rialzarti e di non rimanere sconfitto a lungo.
Anche gli ottimisti talvolta vedono tutto nero, anche loro perdono la resistenza e l’orizzonte dei propri sogni. Allora lasciano che la vita fluisca intorno a loro, che tutto accada e si riposano come dei guerrieri feriti, in attesa di ritrovare nuovamente la propria convinzione.
Katniss, senza forze, ferita, alla fine del film “Hunger Games: la ragazza di fuoco”.
A cura di Franny.
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