A volte le nostre vite sembrano paralizzate e ci sentiamo come se tutto intorno a noi continuasse a scorrere, restando noi invece uguali a noi stessi. Vediamo le vite degli altri e ci sentiamo che a noi manca qualcosa, che ci sono traguardi e obiettivi che non abbiamo raggiunto, che ci sono emozioni ed esperienze che non abbiamo vissuto.
Ma chi ci tiene in catene? Siamo noi stessi, ogni giorno, a impedirci il progresso. Siamo noi a sbarrare la via della nostra realizzazione personale e professionale. Ogni volta che ci rifiutiamo di crederci, che ci arrendiamo di fronte a una difficoltà all’apparenza insormontabile. Ogni volta che facciamo di una crisi un’occasione per affondare anziché un’opportunità per crescere, allora ci tagliamo le ali.
Come diceva Luis Sepúlveda, il celebre scrittore che recentemente è morto a causa del Coronavirus, “vola solo chi osa farlo”.
Luis Sepúlveda in una foto insieme alla moglie Carmen.
<<“Vola solo chi osa farlo.” miagolò Zorba.>> (Da “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare“)
Nel testo in lingua originale:
<<“Que sólo vuela el que se atreve a hacerlo” maulló Zorba. >>
(De “Historia de una gaviota y del gato que le enseñó a volar“)
Chi ricorda come me la storia della gabbianella e del gatto che la crebbe, frutto della fantasia di Luis Sepúlveda che a riguardo scrisse un romanzo nel 1996, ha appreso che non possiamo volare se non ci crediamo e che, spesso, abbiamo bisogno di una piccola spinta per farlo. Alla fine della storia, la giovane gabbianella di nome Fortunata si getta dal campanile, lasciando dietro di sè tutte le proprie paure e le proprie insicurezze, affidandosi al vento, alle correnti, al proprio istinto e agli insegnamenti e agli incoraggiamenti ricevuti dal gatto Zorba.
Quando noi ci sentiamo paralizzati è perché non ci affidiamo abbastanza. Invece di provare a volare, di farci insegnare da tutti coloro che tentano di incoraggiarci, ci chiudiamo nel nostro guscio e continuiamo a lamentarci perché niente nella nostra vita è come vorremmo. In questo modo, guardiamo il mondo come dei ciechi e non riusciamo a scorgere le stupende meraviglie che esso ci offre quotidianamente. Ciascuno di noi ha avuto qualche mentore, uno o più Zorba, da cui ha imparato un pochino a volare, a barcamenarsi tra le difficoltà della vita… ciascuno di noi, continuerà ad aver bisogno di altri Zorba, quando le sue ali, in alcuni periodi critici, come quello che stiamo vivendo, non vorranno saperne di rischiare e di affidarsi per consentirgli di spiccare il volo.
In sostanza, ho dato una mia lettura personale alla favola di Sepúlveda: è vero che vola solo chi osa farlo, com’è altrettanto vero che nessuno si salva da solo. Quando abbiamo coraggio, forza, speranza, gioia, dobbiamo agire da Zorba e condividere quanto abbiamo interiorizzato con gli altri perché anch’essi possano volare… quando tuttavia le nostre sicurezze vengono a mancarci, dobbiamo ritornare ad essere come la gabbianella Fortunata, chiudere gli occhi e ripensare agli insegnamenti dei vecchi maestri, oppure appoggiarci a chi può darci una mano e un briciolo di solidarietà per consentirci di ritrovare noi stessi e la fiducia negli altri e nel mondo.
La vita stessa ci dice che esistono diversi livelli di apprendimento e che nessuno di noi smetterà mai di imparare, di farsi allievo e poi maestro, maestro e poi ancora allievo, in un ciclo senza una vera fine.
A cura di Franny.