Riflettendo sulla Giornata della Memoria

La memoria è una fiaccola accesa nel cuore degli uomini. Brucia e, spesso, è irrimediabilmente dolorosa perché sono innumerevoli le cicatrici che ha lasciato in giro. Eppure essa non è solo negativa, se viene usata e si trasforma in volontà di non sbagliare ancora. Diventa una luce, un faro abbagliante, in grado di guidare i passi di un’umanità sempre immatura. 💚🔯🌏

Ogni anno, il 27 gennaio si celebra la commemorazione delle vittime dell’Olocausto. Questa ricorrenza fu stabilita con risoluzione n°60/7 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel corso di una riunione plenaria, il 1° novembre 2005. Fu scelta tale data poiché anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz. In tale sessione, inoltre, l’Assemblea generale condannò senza riserve ogni manifestazione di intolleranza (sia su base etnica che religiosa), incitamento, molestia o violenza contro persone o comunità.

Attraverso la risoluzione venne chiesto altresì al Segretario Generale di istituire un programma di sensibilizzazione sull’Olocausto e di prevedere delle misure volte a mobilitare la società civile affinché si mantenesse la memoria della tragedia e si impedissero futuri atti di genocidio.

“Tutti coloro che dimenticano il loro passato sono condannati a riviverlo.” (Primo Levi)

La shoah è stata più di un pugno di vite strappate, ha significato quasi la distruzione di un popolo. È stata una sentenza di morte per milioni di uomini, donne, bambini, la cui unica colpa era quella di essere diversi, di essere ebrei. L’orrore dei campi di concentramento, io penso che per descriverlo, per averne davvero un’idea, non sia sufficiente, sebbene utile, guardare film, leggere libri, partecipare a rievocazioni sull’argomento.

Yad Vashem, museo dell’olocausto di Gerusalemme.

La bambina col cappotto rosso nel film “Schindler’s List”.

Foto del campo di concentramento di Auschwitz.
Scena finale da “La vita è bella” con Roberto Benigni.

Tutto questo non serve a niente, se non ci cambia il cuore, se non cambia il nostro modo di percepire gli altri e la realtà. Sì, perché siamo degli indifferenti, degli ipocriti, se ci comportiamo da egoisti e continuiamo a non voler vedere la crescita della xenofobia, della paura dello straniero e del diverso, intorno a noi. E la diversità che ci rende unici. Per questo, non dobbiamo guardare il nostro vicino di colore con sospetto e ribrezzo. Per questo, dobbiamo dimostrarci accoglienti verso il migrante. Per questo, non dobbiamo etichettare i rom e gli zingari automaticamente come ladri. Per questo, dobbiamo tollerarci tutti, a dispetto della religione che pratichiamo o delle idee politiche in cui crediamo.

Come disse Albert Einstein:

“L’unica razza che conosco è quella umana”.

Ammettere che l’essere umano potrebbe sbagliare ancora ci fa paura, ma assumerne la consapevolezza è l’unico modo per provare ad impedire che accada. Le ricorrenze non servono a niente se non le comprendiamo a fondo… Se non fanno breccia nel nostro cuore, se non smuovono un brandello della nostra umanità… La Giornata della Memoria serve a rammentarci fino a che livelli possa arrivare la crudeltà dell’essere umano. Ma non dobbiamo scordarci che la sua è una duplice natura e che, nei periodi più bui della storia, oltre a coloro che si sono macchiati di orrori e crudeltà terrificanti, ci sono state anche tante persone capaci di piccoli o grandi gesti di coraggio che hanno salvato delle vite.

A cura di Franny.

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