Tutti conoscono l’eroina della saga di Hunger Games, Katniss Everdeen, frutto dell’immaginazione di Suzanne Collins.
Katniss è uno dei miei personaggi femminili preferiti, perché è donna, è ragazza di fuoco, è una rivoluzionaria che non ha paura di morire e di combattere per la libertà, è tra gli ultimi del distretto 12 e arriva ad essere annoverata tra i primi. Katniss è vera, questa è una delle sue qualità più significative, che hanno lasciato un segno consistente nei cuori delle persone.
La Collins non ha timore di trattare, attraverso Katniss, temi difficili come la sofferenza umana, la morte, la lotta per la sopravvivenza… nei romanzi non c’è nulla di edulcorato… assistiamo alle stragi degli Hunger Games, alla morti commoventi e strazianti al tempo stesso della piccola Rue e della sorellina Prim. Chi tra coloro che hanno perso qualcuno non si è sentito fortemente toccato dai fatti raccontati? Basta sentire la canzone di Katniss a Rue, che è la stessa che cantava sempre a Prim.
La verità è che tutti abbiamo assistito alla morte di persone care, giovani o vecchie che fossero… e non abbiamo potuto farci niente, siamo rimasti inermi e distrutti come Katniss Everdeen. Poi quella sofferenza ci ha acceso dentro e il dolore per chi ci siamo lasciati alle spalle, per le brutte esperienze, per quest’esistenza frastagliata e spesso incomprensibile chiamata vita, ci ha tramutato in persone che non vogliono più restare nelle retrovie, ma che vogliono assolutamente lottare per cambiare qualcosa della realtà intorno a loro.
La vita è un Hunger Games, da cui si esce solo con la morte. Non dobbiamo temerla, anche se difficile, dobbiamo piuttosto temere di non vivere affatto, di non lasciare un’impronta considerevole a coloro che verranno dopo di noi. Dobbiamo aiutare, sfidare la sorte, rischiare… come Katniss Everdeen. Non dobbiamo arrenderci a qualcosa che sembra predeterminato, perché niente lo è davvero: il nostro carattere, la nostra reattività, sono il nostro destino.
Poi l’amore tra lei e Peeta… quello è amore vero, non idealizzato, ma vissuto, tra alti e bassi, difficoltà indicibili, giorno dopo giorno.
Lui ogni tanto teme erroneamente che lei non lo ami abbastanza, ma ben presto scopre che non c’è persona a cui Katniss tenga di più. È una sorpresa anche per Katniss, essendo lei fortemente indipendente, tanto che fatica a dirlo a se stessa, ma poi si rende conto di non poter vivere senza di lui.
Il loro sentimento cresce e diventa evidente solo col passare del tempo. I muri e le difese crollano e i due capiscono che l’unica scelta possibile è rimanere insieme, uniti.
Quando qualcosa va storto o rimangono distanti, non si perdono d’animo. Loro ci sono sempre l’uno per l’altra, al punto che sarebbero disposti a sacrificarsi per salvarsi vicendevolmente. Non c’è cosa più bella, forse, di condividere degli ideali, dei principi, dei sogni, dei progetti con qualcuno, e del volersi battere insieme per realizzarli
Quando ho bisogno di carica, io riguardo, rileggo Hunger Games. Mi ascolto le colonne sonore. Mi acconcio i capelli in una treccia.
Io prendo sempre un ciuffo sul davanti e comincio a fare una piccola treccia, poi unisco le estremità di questo ciuffo a una coda bassa e faccio un’altra treccia, che fermo con un elastico.
Alcune nonne del sud solevano dire che le trecce delle donne servono a intrappolare il dolore, a tramutarle in guerriere. Io so che questo è solo un aneddoto, ma lo trovo interessante.
E voi?
A cura di Franny.
Non conoscevo quel personaggio 😕 ma ho trovato il tuo articolo stupendo
😘
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Grazie mille Luisa🙂!! Mi fa davvero piacere! 😘😘
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❣❣❣
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🙂❤❤
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