Penelope è un film del 2006, cui io sono affezionatissima perché è traghettatore di un messaggio davvero importante.
Narra una bellissima favola, che non tutti conoscono…
Una ragazza di famiglia nobile, Penelope Wilhern (interpretata da Christina Ricci), nasce con il naso e le orecchie da maiale a causa di una maledizione, scagliata sulla sua famiglia da una strega per punire le colpe dei suoi antenati.
La maledizione avrebbe potuto essere spezzata solo se qualcuno del suo stesso rango fosse riuscito ad amarla e accettarla per quello che era.
I genitori, così, nobili e ricchi, la nascondono al mondo, poco tempo dopo la sua nascita, temendo che la gente possa disprezzarla e fare di lei un fenomeno da baraccone.
Inizialmente, cercano di fare di tutto per rimediare alla situazione, arrivando persino a ingaggiare i migliori esperti di chirurgia plastica, ma senza risultati.
All’età di tre anni, scelgono di inscenare la sua morte, nel tentativo di rendere le cose più facili.
Così Penelope cresce sola, con i genitori e il personale di servizio, senza poter mai varcare la soglia di casa sua, restando così ignara delle meraviglie di ciò che la circonda.
Quando Penelope compie 18 anni, la madre ingaggia un’agenzia di appuntamenti, che possa far conoscere alla ragazza dei giovani aristocratici in grado di spezzare la maledizione.
I signori Wilhern sono infatti convinti che una promessa di vero amore fatta da uno del loro rango sia l’unica soluzione per spezzare il maleficio.
Passano gli anni. Ogni volta che un nuovo pretendente si presenta, le cose si svolgono come da copione: al principio, la ragazza resta nascosta dietro un vetro a specchio, osserva e parla coi giovani, senza uscire allo scoperto per evitare di spaventarli; poi, se il giovane che ha davanti sembra convincerla può scegliere di mostrarsi a lui. Ogni volta che Penelope esce dal suo nascondiglio, però, i pretendenti fuggono terrorizzati, i familiari della ragazza li riacchiappano e li costringono a firmare un accordo di segretezza.
Sfortunatamente, un giorno, un giovane aristocratico di nome Edward sfugge ai genitori di Penelope senza firmare l’accordo e si reca in commissariato a denunciare l’esistenza di una fanciulla mostruosa con zanne, orecchie e naso da maiale.
Nessuno gli crede, a parte Lernon, un giornalista che venticinque anni prima aveva avuto modo di confrontarsi con la famiglia Wilhern ed era stato da loro reso incidentalmente cieco da un occhio, mentre provava a scattare una foto a Penelope.
Il giornalista e il giovane aristocratico si alleano così per dimostrare di avere ragione e stabiliscono di doversi procurare una fotografia della ragazza.
Per questo scopo, assumono Max Campion (interpretato da James McAvoy), un nobile squattrinato, dedito al gioco d’azzardo, perché finga di corteggiare Penelope e riesca finalmente a immortalarla.
Il ragazzo squattrinato, inaspettatamente, si innamora di Penelope e non riesce più a portare avanti l’inganno, ma, non essendo davvero chi dice di essere, Max Campion, e quindi un nobile, si convince di non poter rompere la maledizione e si fa da parte.
Penelope ne rimane distrutta. Così decide di scappare una volta per tutte dalla propria famiglia e farsi una vita sua.
Quando la famiglia la ritrova, Penelope è diventata una celebrità, in quanto maiale parlante… ma fra la gente ottusa che non riesce a vederla per quello che è davvero, la ragazza incontra anche buoni amici.
A quel punto, vista la notorietà raggiunta dalla ragazza, il rampollo che l’aveva dipinta a tutti come un mostro, Edward, viene spinto dal proprio padre a chiedere la sua mano, per restaurare il nome della propria famiglia che si era coperta di ridicolo a causa della sua ossessione.
Penelope, incoraggiata a sua volta dai propri genitori, sebbene riluttante, inizialmente accetta la proposta, sperando finalmente di potersi liberare della maledizione.
Alla fine, però, si rende conto che diventare “normale”, non vale il sacrificio dei suoi sentimenti e della sua felicità, nè di quella di Edward, il rampollo aristocratico che continua a trovarla insensatamente ripugnante mentre all’esterno finge di volerle bene.
Questa favola insegna che chi siamo veramente ce lo può dire solo il nostro cuore. Non sono la bellezza esteriore o la superficialità che contano. E Penelope lo capisce solo alla fine, quando inizia ad amarsi per quello che è e a rendersi conto che lei non è il suo naso, o meglio, che quest’ultimo è parte di lei e la rende bella comunque. Così spezza la maledizione lei stessa.
Infine, dopo tanto tempo, rincontra Johnny, il finto Max Campion, il ragazzo di origini non nobili che l’aveva sempre accettata per quello che era.
“It’s not the power of curse. It’s the power you give the curse!”
A cura di Franny.
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