Fino a non molto tempo fa il cibo mi faceva paura… al punto da portarmi a sviluppare una sorta di “anginofobia”, paura di deglutire e soffocare. Ogni cosa che mangiavo, dovevo sminuzzarla in piccoli pezzi o prediligere verdure morbide, passati e frutta frullata.
È stato un periodo terribile ed è durato quasi più di un anno. Per questo quando qualcuno a parer mio esagera nel contenere l’appetito per la linea, lo guardo un po’ allucinata… perché sviluppare un disturbo alimentare dove non vuoi mangiare, dove mangiare diventa doloroso e ogni istante hai paura di soffocare è tremendo. Eppure, sono riuscita a superarlo con la mia forza di volontà, l’appoggio degli amici e dei familiari. Dopo aver perso diversi chili, sono riuscita a ritornare a un appetito normale. All’inizio saltavo addirittura i pasti e mi infastidiva persino bere.
Ma perché questo succedeva? Indubbiamente le cause erano due: una forte intolleranza alimentare nei confronti del latte, che avevo ormai da diversi anni, e l’elevato stress a cui ero stata sottoposta verso la fine dell’università.
Le reazioni più o meno gravi che manifestavo quando talvolta mi capitava di ingerire accidentalmente l’alimento incriminato o prodotti contenenti lo stesso o derivati di esso, mi spaventavano a tal punto da costringermi a eliminare tantissime cose dalla mia tavola, temendo persino molti prodotti sostitutivi validi. Non volevo più uscire a mangiare con gli amici, prima perché temevo di ingerire involontariamente proteine del latte, poi perché ero diventata anginofobica. Mangiavo poco e gli amici e la famiglia mi sgridavano domandandomi che cosa mi prendesse.
Le reazioni all’alimento mi terrorizzavano, perché potevano andare dalla dermatite diffusa, alla comparsa di dolorosissime afte, allo sviluppo di bolle fastidiose in gola, alle fitte allo stomaco e alla nausea…
Poi, a un certo punto, una dottoressa mi ha raccomandato alcuni probiotici, che erano stati sperimentati con successo su diverse persone che avevano la mia stessa intolleranza grave, Syngut. Ho iniziato a prenderli e mi facevano stare meglio… ovviamente ho dovuto accompagnarli alla giusta dieta di esclusione e far presente il mio problema a molte persone, non solo amici e familiari, per far presente che quando non accettavo mi offrissero qualcosa era perché non lo potevo mangiare. Pian piano sono giunta a introdurre moderatissime quantità ogni tanto dell’alimento.
Alcune mie amiche e alcuni familiari mi hanno incoraggiato, assicurandomi che sarei tornata a mangiare fuori senza timore, sarebbe bastato imparare a memoria cosa potevo e non potevo mangiare e controllare sempre gli allergeni. Ormai, ristoranti e alberghi sono sempre più attrezzati per venire incontro ai problemi di persone come me. Non mi faccio più nessuno scrupolo se qualcuno mi guarda strano quando ordino una pizza senza mozzarella o peggio se qualche persona più scortese, che non sa cosa vuol dire, mi dice “per prendere una marinara potevi startene a casa”.
Per stare bene bisogna pensare di star bene. Non è sufficiente questo da solo, ma aiuta almeno un po’. Ovviamente ciò è assolutamente insufficiente per le persone allergiche che rischiano la vita, ma superare la paura e attrezzarsi di una forza di volontà e una maggiore dose di serenità li può aiutare. Personalmente so cosa vuol dire avere paura di quello che mangi, essere sitofobici e sono contenta di aver sempre avuto accanto amici e parenti che nelle grandi feste come Natale e Capodanno mi preparavano prodotti ad hoc senza formaggio, rinunciando anche loro a mangiarlo qualche volta, perché io non stessi male.
Se avete paura del cibo, se siete sovrappeso e non riuscite a controllarvi, così come se siete dimagriti troppo per anginofobia, intolleranze, ecc., non abbiate timore, con i giusti accorgimenti e tanta pazienza se ne può uscire.
Cucinarvi da voi la cena, il pranzo, la colazione, ecc. sicuramente può aiutare a riacquistare fiducia.
A cura di Franny.
A me purtroppo il cibo non fa affatto paura…
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Ahah 😂hai ragione a volte ha dei pro… altre è stato fastidioso
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