La musica non è un semplice accompagnamento che rende più vivibile la nostra quotidianità. Essa è uno strumento incredibilmente potente. Essa non è solo un’attività artistica, un mezzo di puro svago, bensì una complessa forma di comunicazione primordiale che è in grado di toccare le corde più nascoste della nostra anima. Infatti, le melodie sono presenti nel nostro mondo sin da prima che la musica venisse intesa come arte ricreativa dall’uomo. Sì, proprio così, prima che gli esseri umani inventassero flauti, zufoli, tamburi, prima che scoprissero il senso del ritmo, la Terra era già piena di vibrazioni e frequenze. In sostanza, tutto ciò che esiste ha un suono, ma non sempre è facile coglierlo. L’essere umano, nel regno animale, non dispone di un raggio d’ascolto elevatissimo, soprattutto se messo a confronto con quello di altre specie: va dai 20 Herz ai 20mila Herz. Le altre specie possono avere capacità uditive superiori o inferiori (es. le tartarughe). Animali come le tartarughe riescono a cogliere suoni la cui frequenza sia compresa tra i 20 e i 1000 Herz di frequenza. Similmente, le rane possono udire suoni di una frequenza che vada dai 100 ai 3000 Herz. È evidente, dunque, quanto la potenzialità del nostro udito sia ampiamente sviluppata. Il problema è che spesso il cervello ascolta passivamente, senza consapevolezza. Esistono però, nel regno animale, specie con capacità uditive ben maggiori, come cani e gatti, che riescono a sentire fino ad oltre il doppio dei suoni a noi accessibili.
Ecco che quello che noi chiamiamo banalmente “silenzio”, cioè quella situazione in cui nessuno parla e non vi sono rumori di traffico, clacson o altro, è anch’esso una melodia particolare, la melodia della natura.
Secondo i biologi che si occupano di bioacustica, esisterebbe una sorta di musica universale, intellegibile da parte di uomini e animali. Le specie animali producono suoni con una vasta gamma di significati, che vanno dal comunicare la presenza di un pericolo, la disponibilità di cibo, gli stati d’animo, minacce o ordini. Essi divengono, poi, una sorta di orchestra nei vari ambienti in cui ci si ritrova immersi, dando vita a dei veri e propri paesaggi sonori. Così, i suoni di montagna sono diversi da quelli del mare, della palude o del deserto.
La natura usa gli stessi schemi di un musicista e si esprime in sinfonie, scale, accordi. Le popolazioni Inuit, per esempio, rimasero colpite, quando, per la prima volta, remando sui loro kayak udirono i canti d’accoppiamento delle megattere, mammiferi cetacei della famiglia delle Balaenopteridae. Ne restarono al punto affascinati da inserire melodie similari alle canzoni delle megattere nei loro stessi canti tribali. Si dice inoltre che i tordi siano in grado di riprodurre la scala musicale che tutti conosciamo e che le scimmie gibboni del sud-est asiatico amino cantare esibendosi in duetti interessanti. Inoltre, Hutu e Tutsi presero spunto dai versi degli elefanti per molte loro canzoni e leggende.
Ma se la natura è musica e noi abbiamo appreso, affinandole, le nostre conoscenze musicali da lei, perché quest’arte non smette di stupirci e di evocare in noi stati d’animo particolari?
Innanzitutto, è essenziale sottolineare che il numero di composizione musicali che possono prodursi in natura o artificialmente e pressoché infinito. Quando anche due o più composizioni si assomigliano, questo riesce a evocare in noi ricordi della composizione originaria. Ad esempio, se ascoltiamo la colonna sonora dei primi Harry Potter, potremmo notare delle somiglianze con i primi Star Wars. Non è un caso, l’autore è sempre John Williams.
Compreso questo, va detto che la musica ha un misterioso potere sulle nostre emozioni. Generalmente, si afferma che ogni nota/frequenza abbia un particolare effetto su ciascuno di noi.
Che sia scienza o fantascienza, non si sa… ma ciò che è certo è che male non fa, una volta, nella vita, provare ad approcciarsi a qualcosa di nuovo. Secondo determinate filosofie, esiste una frequenza per ogni cosa, una per rilassarci, una per risollevarci il morale, una per aiutarci a piangere, una per farci superare un grande dolore o una perdita. Io non so dirvi con certezza se questo sia vero, ma ho assistito a dichiarazioni favorevoli in tal senso, da parte di musicisti affermati, quindi in possesso delle competenze tecniche necessarie a fare asserzioni più autorevoli delle mie. Durante la presentazione del suo ultimo album, “Alchemaya”, nella libreria Feltrinelli di Genova, lo stesso Max Gazzè ha espresso un’opinione positiva in merito alla possibilità di un futuro impiego della musica nella medicina.
22 febbraio 2018, Feltrinelli Genova, presentazione di Alchemaya.
Allora se vi sentite giù, se avete un colloquio importante, se non state cominciando la giornata nel modo giusto, se avete bisogno di ispirazione o semplicemente volete sentirvi speciali, scegliete la colonna sonora di un film per darvi la carica, oppure dei brani di un autore che vi piace, o ancora cercate su youtube il tipo di musica che fa al caso vostro. Su youtube c’è una vasta scelta, che va dalla musica rilassante, alla musica per addormentarsi, per fare palestra, per motivarsi, per concentrazione e studio, ecc.
Siate positivi! Pensate alla vostra vita come a un film o a una serie tv di cui voi siete gli unici e indiscussi protagonisti. Fatto? Ora non vi resta che scegliere una colonna sonora, prepararvi a inseguire i vostri obiettivi e i vostri sogni e schiacciare PLAY.
A cura di Franny.
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