In memoria di Oriana Fallaci

Ieri, 29 giugno, sarebbe stato il novantesimo compleanno della grandissima Oriana Fallaci. È stata una giornalista, scrittrice e attivista italiana, una delle migliori secondo la mia opinione.

È uno dei miei maggiori miti. Possiamo dire che in Italia lei sia stata una pioniera del giornalismo al femminile. Non a caso, fu la prima donna italiana ad andare inviata speciale al fronte. Giovanissima, prese inoltre parte alla Resistenza italiana.

Oriana nacque il 29 giugno del 1929 a Firenze.

Era la maggiore di quattro sorelle, anch’esse con la passione per il giornalismo e la scrittura. Le sorelle Fallaci, Oriana, Neera, Paola ed Elisabetta (quest’ultima fu adottata) furono cresciute ed educate dal padre Edoardo, attivo antifascista. Invero, fu Edoardo a coinvolgere la figlia Oriana nella Resistenza, affidandole il delicato incarico di staffetta.

Oriana Fallaci, quando, da ragazzina, faceva la staffetta partigiana.

Il suo spirito combattivo e fiammeggiante probabilmente incominciò a plasmarsi già allora. Ben presto, la ragazza si unì alle Brigate Giustizia e Libertà, formazioni partigiane del Partito d’Azione e sperimentò sulla propria pelle gli orrori della guerra.

Durante l’occupazione nazista di Firenze, il padre di Oriana fu catturato e rinchiuso a Villa Triste, dove fu torturato e interrogato da un gruppo di fascisti capeggiati da Mario Carità. In seguito, l’uomo fu rilasciato. Oriana visse i momenti di lontananza dall’amatissimo padre con coraggio e forza. Malgrado l’immensa preoccupazione che doveva serbare nel suo cuore per il genitore e la sua giovanissima età, continuò a prestarsi come staffetta della Resistenza per trasportare munizioni da una parte all’altra dell’Arno.

Io me la immagino pedalare fiera sulla sua bicicletta, mentre pensa a tutto quello che potrebbe accaderle se venisse catturata, ma, nonostante questo, non si ferma e procede sulla sua strada per difendere la bellezza della missione che l’è stata affidata. Oriana ebbe chiaro sin da piccola, grazie agli insegnamenti del padre, il valore della libertà e cosa significasse trovarsi sotto una dittatura.

Per il suo eroico attivismo durante la guerra, Oriana ricevette a 14 anni, nel 1943, un riconoscimento d’onore dall’Esercito italiano.

Incoraggiata dal padre, intraprese studi classici e iniziò ad avvicinarsi alla scrittura. Dopo aver conseguito la maturità, tuttavia, in principio, si iscrisse alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Solo poco dopo, si trasferì a Lettere e questa decisione cambiò per sempre la sua vita, anche se non avrebbe mai terminato gli studi. Oriana era una studentessa della vita, quello che aveva bisogno di imparare lei lo apprese soprattutto sul campo. Esortata dallo zio giornalista, Bruno Fallaci, scelse di dedicarsi al giornalismo. Grazie allo zio, conobbe anche quello che poi negli anni avrebbe considerato il suo maestro, Curzio Malaparte.

Vittoria Puccini in un’immagine della Fiction Rai dedicata ad Oriana Fallaci del 2015, “L’Oriana”.

Esordì al Mattino dell’Italia centrale, quotidiano fiorentino cattolico. Lì si occupò di vari temi (cronaca nera, cronaca giudiziaria, costume).

La collaborazione col Mattino finì quando Oriana si rifiutò di scrivere un articolo contro Palmiro Togliatti.

In seguito, si trasferì a Milano, dove scrisse per Epoca di Mondadori, allora diretto dallo zio.

Nel 1951, quando aveva 22 anni, venne pubblicato il suo primo articolo per “L’Europeo”. La Fallaci rimase a “L’Europeo” fino al 1977.

Negli anni ’60 realizzò un importante reportage sulla condizione della donna in Oriente, che divenne il suo primo successo editoriale, “Il sesso inutile”. Nel 1962 uscì “Penelope alla guerra”, la sua prima opera narrativa.

Alla vigilia dello sbarco americano sulla luna, partì per New York per andare alla NASA a intervistare alcuni astronauti e tecnici. Nel 1967, si recò in Vietnam come corrispondente di guerra per “L’Europeo”. Come corrispondente di guerra, seguì anche i conflitti tra India e Pakistan, in Sud America e in Medio Oriente. Le sue esperienze di guerra vennero raccolte in “Niente e così sia” nel 1969.

Il 22 agosto 1973 conobbe Alexandros Panagulis, che sarebbe stato poi il grande amore della sua vita, leader dell’opposizione greca al regime dei Colonnelli. Ne diverrà la compagna di vita fino al 1976, anno in cui lui morì in un incidente stradale in circostanze piuttosto misteriose. Da lui avrebbe dovuto avere un bambino, come scrisse in “Lettera a un bambino mai nato”, che poi perse per aborto spontaneo in seguito a un litigio con Panagulis.

Oriana e Alexandros Panagulis.

Per saperne di più sulle sue opere (tra cui ricordiamo ancora “Un uomo”, “Inschiallah”, “La rabbia e l’orgoglio”, “La forza della ragione”) e la sua vita, vi invito a guardare la Fiction Rai, “L’Oriana”, dove Oriana è interpretata da una tostissima Vittoria Puccini.

Oriana Fallaci è morta il 15 settembre 2006 a Firenze.

https://www.raiplay.it/programmi/loriana/

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