Questo film, che è uscito nelle sale cinematografiche italiane il 29 agosto 2018, si basa su fatti realmente accaduti. “Resta con me” è un capolavoro di Baltasar Kormakur, la cui visione inizialmente mi sembrava piuttosto impegnativa, visti i temi trattati. Può essere guardato con leggerezza e insieme può far riflettere moltissimo sulla fugacità della vita e la grandezza degli insegnamenti che ci vengono trasmessi dalle persone speciali che attraversano le nostre esistenze. È costruito ed orchestrato ad arte, un’altalena continua di flashback, allucinazioni e momenti reali.
Richard e Tami si conoscono a Tahiti. Lei è una ragazza americana di 24 anni, mentre lui è un ragazzo inglese di 33. Sono due spiriti liberi, due anime che si sono sempre battute per vivere la loro vita come meglio credevano.
Tami è figlia di una ragazza madre, che era costantemente in viaggio per lavoro e l’ha lasciata a vivere coi genitori del padre. Dopo il diploma, scappa di casa con un’amica su un pulmino e le due decidono di rimanere in giro per qualche settimana. Tami, da allora, però, non si guarda più indietro e, contrariamente alle proprie iniziali aspettative, decide di non tornare, di continuare ad essere una vagabonda avventurosa e cercare il proprio posto nel mondo. Così arriva a Tahiti e incontra Richard. Il ragazzo viaggia anche lui per dimenticare un amaro passato, in cui ha perso la madre, con cui qualche volta ancora parla come se lei fosse in vita. Il giovane ha girato ogni angolo del globo, letteralmente, in solitaria e trova la sua casa solo in Tami.
I due comprendono presto di essere anime gemelle. Sarà un incarico inaspettato a sconvolgere le loro esistenze: una coppia di amici di Richard prega quest’ultimo di riportare insieme alla sua ragazza la loro lussuosa barca a vela a San Diego, città natale di Tami da cui la ragazza si è allontanata per non farvi più ritorno. Il mare è imprevidibile, una tempesta li coglie impreparati e i due si ritrovano in mezzo al mare alla deriva. Quel viaggio sarebbe dovuto essere una celebrazione del loro amore… Richard le aveva persino chiesto di sposarlo.
Il regista islandese Baltasar Kormakur, che aveva già sperimentato l’ardua impresa di raccontare la difficile storia del confronto tra uomo e natura e dell’umana sopravvivenza in “Everest”, sorprende ancora con questo film commovente, dove non mancano certo forti introspezioni psicologiche e incoraggiamenti a non mollare di fronte a nessuna difficoltà.
Come anticipato, il film narra fatti realmente accaduti, ossia le vicende di Tami Oldham, sopravvissuta all’uragano Raymond nel 1983, 41 giorni alla deriva, e del suo fidanzato Richard Sharp. Ha raccontato la sua triste e indimenticabile disavventura nel romanzo “Resta con me”.
È una storia di sopravvivenza, ma è anche una storia d’amore… perché non si sopravvive a niente senza amore.
A cura di Franny.