Bright Star: John Keats e Fanny Brawne

C’è un bellissimo film che parla della storia d’amore di John Keats e Fanny Brawne, “Bright Star” del 2009, diretto da Jane Campion, che vede, nei ruoli dei protaginisti, Ben Whishaw e Abbie Cornish. Esso prende il nome proprio da “Bright Star”, il componimento di John Keats scritto proprio per la signorina Brawne.

Bright Star

Bright star, would I were stedfast as thou art–

Not in lone splendour hung aloft the night

And watching with eternal lids apart,

Like nature’s patient, sleepless Eremite,

The moving waters at their preistlike task

Of pure ablution round earth’s human shores,

Or gazing on the new soft-fallen mask

Of snow upon the mountanins and the moors–

No– yet still stedfast, still unchangeable,

Pillow’d upon my fair love’s ripening breast,

To feel for ever its soft fall and swell,

Awake for ever in a sweet unrest,

Still still to hear her tender-taken breath,

And so live ever-or else soon to death.

(John Keats)

Traduzione:

Lucente Stella

Oh, fossi come te lucente stella,

costante -non sospeso in solitario splendore, in alto nella notte, e spiando,

con le palpebre schiuse eternamente

come eremita paziente ed insonne

della natura, le mobili acque

nel loro compito sacerdotale

di pura abluzione intorno ai lidi umani della terra, o rimirando

la maschera di nuova neve che

sofficemente cadde sopra i monti

e sopra le brughiere, no- ma sempre

costante ed immutabile posare

il capo sul bel seno maturante

del mio amore e sentire eternamente

il suo dolce abbassarsi e sollevarsi,

per sempre desto in una dolce ansia,

sempre udire il suo tenero respiro

e vivere così perennemente –

o svenire altrimenti nella morte.

I due si conobbero nel novembre del 1818, durante un’occasione mondana, quando il destino li volle vicini di casa. Fanny si era appena trasferita a Wentworth Place, in seguito alla morte del padre, e adorava passare il tempo giocando coi propri fratelli o cucendo vestiti. A Fanny poi piaceva passeggiare in giardino e sdraiarsi all’ombra degli alberi. Nel medesimo giardino, separato da una siepe, Keats, ospite del poeta e amico Charles Brown, soleva ascoltare gli usignoli. La sera del loro primo incontro non fu memorabile: Keats si mostrò taciturno, a causa della preoccupazione per la malattia del fratello Tom, che di lì a poco sarebbe morto di tisi; Fanny invece fu tanto vivace e loquace da intimidirlo.

Una scena del film.

Questa storia d’amore tragi-romantica iniziò un po’ come tutte le storie d’amore, per caso, quando Fanny Brawne cominciò a interessarsi alle poesie di Keats.

Un collage dei loro rispettivi ritratti.

Lei, studentessa di moda, era rimasta a dir poco affascinata dalle capacità stilistiche di lui, al punto che si avvicinò alla poesia. Keats era un uomo timido e riservato, che, seppure molto giovane -aveva solo 23 anni-, era già stato duramente deluso dalla vita: prima della morte del fratello, aveva già perso tutti i componenti della propria famiglia. Indebitato e ostacolato dalla critica letteraria -aveva appena pubblicato “Endimyon”-, si teneva alla larga da potenziali sofferenze future ed era dedito solo alla poesia e agli amici. Non frequentava donne, ne aveva timore,finché l’approfondimento della conoscenza con Fanny gli fece cambiare idea. I due intrecciarono le loro esistenze, dapprima parlando di poesia, poi fidanzandosi a dispetto delle disuguaglianze economiche. John avrebbe fatto qualsiasi cosa per Fanny e lei per lui… Fanny fu la sua “lucente stella”, la fonte di ispirazione di tutti i suoi componimenti più belli, e, nonostante la folle e insensata gelosia che lo prendeva qualche volta, lei fu la sua luce fino alla fine. Si fidanzarono in segreto nell’ottobre del 1819.

Keats cominciava ad ammalarsi: la tisi, che si era presa tutta la sua famiglia, era tornata a reclamare anche lui. Allora, l’amico Charles Brown, nel tentativo di farlo stare meglio e allontanarlo da Fanny, di cui era geloso, a giugno, nell’isola di Wight. Egli non riuscì, però, nell’intento di dividere i due innamorati, i quali intrattennero fin da subito una fitta corrispondenza epistolare, che andava dalle parole appassionate all’irrazionale e insensata gelosia di lui che riduce Fanny a uno straccio. Nel febbraio del 1820, Keats ebbe le prime conferme di essersi ammalato realmente di tisi, in seguito al peggioramento delle sue condizioni di salute e l’espulsione di sangue seguita a violenti attacchi di tosse. Così, sentì il bisogno di tornare da Fanny e decise di trasferirsi in un’ala della casa di lei, nella speranza che la sua vicinanza gli giovasse.

Fanny lo accudì finché gli amici di lui, convinti infondatamente che la vicinanza alla donna potesse nuocere alla sua salute anziché giovargli, lo trascinarono in Italia, a Roma, dove il clima era più mite. Lì, Keats sarebbe morto il 21 febbraio 1821, senza scrivere più una singola parola alla sua “lucente stella”, mentre lei non smise mai di inviargli lettere. Tuttavia, col cuore e col pensiero, non cessò mai di esserle accanto. Alla notizia della morte di lui, Fanny rimase devastata. Restò sola per diversi anni, in preda alla malinconia, seguendo il progressivo riconoscimento dell’arte di lui e scrivendo lettere anonime a chiunque lo criticasse.

Si risposò ed ebbe tre figli, i quali furono gli unici a conoscere per filo e per segno la storia della relazione col poeta e ai quali chiese di pubblicare il plico consunto di lettere di John Keats dopo la morte del loro padre. La donna si spense il 9 dicembre 1895 e, probabilmente, poté così rivedere il suo Keats. Un film che consiglio vivamente a chi ama la letteratura inglese, a tutti i romantici, ma soprattutto a tutte quelle persone che hanno amato e hanno perso qualcuno.

A cura di Franny

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